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giovedì 26 febbraio 2009

Ganesha


È formato dalle parole sanscrite gana (moltitudine) e isha (Signore) e significa “Signore di tutti gli esseri”, viene anche chiamato “Signore del buon auspicio”, “Distruttore degli ostacoli”. (…)

Ganesha è una forma che rappresenta Shiva, una delle trinità della religione Induista, e la sua figura è un archetipo carico di sginificati e simbolismi che esprimono uno stato di perfezione e il modo per raggiungerla.

Egli rappresenta il perfetto equilibrio tra energia maschile , forza, potenza (Shiva) e femminile, dolcezza, bellezza (Shakti); simboleggia inoltre la capacità discriminativa di distinguere la verità dall’illusione, il reale dall’irreale.

Ogni elemento del corpo di Ganesha ha una sua valenza ed un suo proprio significato.
La testa di elefante indica fedeltà, intelligenza e potere disciminante;
Ha una sola zanna e l’altra spezzata che indica la capacità di superare ogni dualismo.
Le larghe orecchie denotano saggezza, capacità di ascolto e di riflessione sulle verità spirituali;
La proboscide ricurva sta ad indicare le potenzialità intellettive, che si manifestano nella discriminazione tra reale e irreale;
Sulla fronte è raffigurato il Tridente (simbolo di Shiva) che simboleggia il tempo (passato, presente, futuro);
Il ventre obeso è tale perché contiene infiniti universi, rappresenta l’equanimità, la capacità di assimilare qualsiasi esperienza con sereno distacco, senza scomporsi;
La gamba che poggia a terra e quella sollevata indicano l’atteggiamento che si dovrebbe assumere partecipando alla realtà materiale e a quella spirituale, ovvero la capacità di vivere nel mondo senza essere del mondo;
Le quattro braccia rappresentano i quattro attributi interiori del corpo sottile ovvero: mente, intelletto, ego, coscienza condizionata;
In una mano bandisce un’ascia, simbolo della recisione di tutti i desideri, apportatori di sofferenza;
Nella seconda mano stringe un lazo, simbolo della forza che lega il devoto all’esterna beatitudine del Sé;
La terza mano, rivolta al devoto, è un atto di benedizione;
La quarta mano tiene un fiore di loto (padma), che simboleggia la più alta meta dell’evoluzione umana.
(...)

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